Cristiano Ronaldo e i Pink Floyd: se parlare di ‘vecchi’ è una cazzata

Ronaldo, le banalità da evitare

Scrivi un articolo su Cristiano Ronaldo: sarà il lancio di CalcioDipendenza“. Quando mi hanno commissionato quest’articolo ho pensato: “È stato più facile, lo scorso ottobre, avventurarmi su Gianpiero Ventura allo scritto dell’esame da giornalista professionista“. Perché di CR7, ormai, si conosce tutto. Quindi (s)cadere nel banale è più facile che bere un bicchiere d’acqua. Poi, grazie a Dio, la musica mi è venuta in soccorso. E siccome ho parlato di Dio, ovviamente, la musica è quella dei Pink Floyd e di Roger Waters.

Ronaldo è come ‘Animals’: una gemma

Il foglio di WordPress è bianco. Desolatamente bianco. Poi, però, nell’iPod suona Sheep. E penso: Ronaldo è come ‘Animals‘. La sua carriera nasce stretta fra due giganti: il suo nome, che rimanda per forza al ‘Fenomeno’ brasiliano, e Leo Messi. Da una parte c’è un attaccante che se non avesse avuto tutti quei problemi fisici, quasi sicuramente, sarebbe atterrato sul pianeta di Diego Armando Maradona. Dall’altra c’è invece uno che di Diego Maradona, ancora oggi, cerca di raccoglierne la pesantissima eredità specie con la maglia dell’Argentina. Insomma: proprio com’è stato per l’album ‘Animals‘. I Pink Floyd, nel 1977, lo producono fra i due colossi Wish You Were Here e The Wall. ‘Animals‘ è il decimo album dei Pink Floyd. Che c’entra, vi chiederete? C’entra. Anche se Cristiano Ronaldo indossa la ‘7’, personalmente incarna il vecchio spirito del ‘Diez de cuero blanco‘. Le sue squadre quando vanno in difficoltà, guardano a lui come Jorge Burruchaga e Jorge Valdano facevano con quel piccoletto nato il 30 ottobre 1960. E come l’altro ’10’, che veste sempre blaugrana, Ronaldo ha numeri tecnici che, attualmente, sono difficilmente ripetibili anche alla PlayStation. ‘Animals‘ viene alla luce quando nel mondo esplode il punk. Un genere che lascia subito il segno. Il ‘ragazzo venuto da lontano’ (citazione Federico Buffa) esplode quando il mondo applaude al Tiki Taka di Josep Guardiola. Insomma: il suo modo di giocare, basato soprattutto sulla strapotenza fisica, sembra quello che sembravano i Pink Floyd nel 1977: vecchi.

Non parlate di ‘vecchi’

Animals è invecchiato meravigliosamente. Anzi non è invecchiato per niente. Anzi è migliorato. E’ un disco pazzesco, con assoli incredibili (Gilmour in Dogs, Wright in Sheep) e con testi watersiani oltremodo maturi“. È un passaggio di una delle recenti recensioni di Andrea Scanzi sulla gemma dei Pink Floyd. E calza a pennello per quello che è CR7: non è invecchiato per niente. Tralasciando le battute sulla sua età biologica, c’è un dato di fatto: a 33 anni è ancora dominante. Come a 33 anni di distanza, da quando cioè Roger Waters lasciò i Pink Floyd, i Pink Floyd sono ancora dominanti nel panorama artistico e musicale del mondo. Prima ho scritto: il foglio è bianco, poi però suona ‘Sheep‘. Ecco. Restiamo su ‘Sheep’. C’è un passaggio che recita: “No, this is no bad dream”. No, questo non è un brutto sogno. Il ‘marziano’ è venuto a giocare in Italia. Forse ha ragione Christian Vieri quando dice “Ronaldo alla Juventus, gli altri rosicano“. Forse no. Il dato di fatto è uno solo: gioca in un campionato che, negli anni, ha vissuto un rapido declino. Non sappiamo se basterà un Cristiano Ronaldo per risollevarlo. Però sappiamo un’altra cosa: è un’occasione unica.

Non lasciatevelo scappare

L’invidia che ho nei confronti di chi, addirittura, un disco così enorme non l’ha ancora mai ascoltato. Beati voi: non sapete cosa vi aspetta“. E’ un altro passaggio della recensione di Andrea Scanzi su ‘Animals‘. Ed anche questa volta calza a pennello. Provo anch’io una profonda invidia verso chi, in tutti questi anni, non ha ancora avuto la fortuna di veder giocare dal vivo Cristiano Ronaldo dos Santos Aveiro. Io questa fortuna, purtroppo, ce l’ho già avuta due volte: il 24 febbraio 2009 allo stadio Giuseppe Meazza (Inter-Manchester United) e a Torino il 5 novembre 2013 (Juventus-Real Madrid 2-2). Cosa vi posso dire? Come detto è un’occasione unica. “Chi non lo capisce è un po’ come gli astemi secondo Baudelaire: ha qualcosa da nascondere” (cit.)

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