Dybala, scoppia il caso: Il giocatore fatto fuori da CR7

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Dybala: il caso del giocatore che non è più la prima scelta di Allegri

Ogni anno per Paulo Dybala sembra essere quello buono per la definitiva consacrazione. Ma puntualmente, come quei precisi congegni svizzeri con i quali misuriamo il tempo, il giocatore argentino perde posizioni nel ranking di partenza, finendo per diventare marginale nel progetto della Vecchia Signora.

Arrivato nell’estate del 2015 per la cifra record di 40 milioni di euro (bonus compresi), il numero 10, al di là dell’immenso bagaglio tecnico, non ha mai realmente preso le redini dell’attacco bianconero. Qualche frizione con Allegri, tra l’altro ben occultata dall’ambiente e dallo stesso giocatore, ne ha certamente frenato l’esplosione.

La verità è che Dybala ha i numeri del fuoriclasse. Ma è ancora più evidente che Torino non è il suo habitat naturale. Non si spiegherebbe diversamente la scarsa continuità di rendimento unita a periodi di indolenza, che lo fanno, a volte, essere avulso dal gioco. Quasi un corpo estraneo.

L’arrivo di Cristiano Ronaldo, poi, ha ulteriormente bloccato il processo di crescita dell’argentino. Quello appena iniziato, infatti, sarebbe potuto essere il suo anno. La luce abbagliante del numero 7 più famoso al mondo, però, ha finito per accecare la Joya, che non si sente importante e centrale nel progetto di casa Juve. Progetto che 3 anni fa, quando sposò la causa, aveva immaginato diversamente.

Altra questione. Ogni anno è destinato a lasciato Torino Mandzukic. Invece il croato, facendo un percorso diametralmente opposto a quello di Dybala, scala posizioni e si ritrova puntualmente al centro dell’attacco bianconero. La sua disponibilità al sacrificio, la sua infallibilità sotto porta lo rendono, a partire da oggi a Parma, la spalla ideale di CR7. Con buona pace di Paulino faccia pulita.

Paragoni impegnativi, tipo quello con Messi, hanno forse bloccato la piena maturazione di Dybala, che non ha sorretto il peso di un paragone che, più che ingombrante, è un grosso macigno caduto da altezze considerevoli. E diciamolo: Dybala non è e non sarà mai il nuovo Messi. Per questo non dovrebbe sentire questa pressione addosso. Ma solo vivere il calcio serenamente facendo quello che, egregiamente, gli riesce: incantare con il pallone ai piedi.

D’altronde, non può essere che la classe, la velocità, l’imprevedibilità, l’eleganza e la rara capacità realizzativa – qualità che hanno fatto di Dybala uno dei migliori interpreti del ruolo – vengano perdute per un problema che, a questo punto, è solo mentale. Faccia appello alle sue forze l’argentino e ritrovi le magie perdute, affinché un giorno lui possa non rimproverarsi nulla. La gente che ama il calcio lo ringrazierà.

Cambi aria se è necessario. Si parla di un Barcellona interessato, che già dal mercato di gennaio potrebbe tentare l’assalto. Farebbe bene a lasciare CR7 per Messi? Non si riproporrebbe anche lì il problema di avere un mostro sacro davanti? Le situazioni sono diverse: vuoi perché i catalani giocano in maniera differente, vuoi perché giocatori di quel tipo, più che allo Stadium, esplodono e diventano leggende al “Camp Nou”. Sotto l’ala protettrice di Messi, la cui egemonia in attacco – come dimostrato dalla convivenza con gente del calibro di Neymar e Suarez – non è paragonabile a quella totale e monolitica imposta da Cristiano.

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