A San Siro preoccupante sconfitta in vista del Tottenham
Un’Inter troppo brutta per essere vera cade malamente contro una neopromossa, a San Siro a sorpresa il trionfo è tutto del Parma. Nerazzurri con la testa alla Champions? Non ve lo sapppiamo dire, forse incosciamente l’impegno di martedì potrebbe aver negativamente influito sulla prestazione dei nerazzurri oggi in divisa grigia con la terza maglia. Ma il punto è ben altro: 4 punti in 4 partite è infatti il biancio di inizio stagione della squadra di Spalletti. Zero gioco, condizione scadente, una squadra che non tira in porta e non fa gol. Si poteva partire peggio in campionato?
Un primo tempo con scelte di Spalletti incomprensibii, per non dire suicide: Candreva in campo ha senso soltanto se c’è Icardi, altrimenti i suoi cross sono inutili e finisce per togliere il posto ad uno dei migliori visti sino ad ora, vale a dire Politano. Altra osservazione critica: Keita da prima punta contro squadre chiuse non serve a nulla. Già a Bologna si era capito che in quella posizione, da vice Icardi, al momento non può giocare. Luciano, perchè insistere?
Si parte e la manovra dell’Inter è lenta e prevedibile, la pochezza di idee manifesta, i “soliti” cross messi a caso: o troppo lunghi, o troppo corti, o alti o bassi. Non uno azzeccato in novanta minuti da chicchessia. Il Parma, neopromossa in serie A, invece si difende con ordine e fa la sua partita: un contenimento dignitoso e poi via con le ripartenze di Gervinho, una freccia che ha fatto venire più volte i brividi ad un San Siro che più i minuti passavano più era in preda ad uno sconforto sincero.
Quale idea di gioco per l’Inter?
Ci verrebbe da dire, provocatoriamente, a Spalletti: quale sarebbe l’idea di calcio di questa squadra? Nessuna a nostra avviso, con Naingollan, risolutore a Bologna, che alla sua prima a San Siro ha fatto rimpiangere amaramente Rafinha, non riscattato dal Barcellona. L’ex romanista è fuori condizione, ha infatti saltato tutta la preparazione e questo gli va concesso come attenuante. Tuttavia, rispetto al miglior Rafinha, oggi il Ninja rallentava costantemente il gioco, senza riuscire mai a trovare quel passaggio filtrante che è lecito attendersi da un trequartista.
Modulo e condizione fisica
Premesso che ne il modulo ne una condizione fisica scadente a nostro avviso sono le spiegazioni dell’odierno insuccesso. Le radici della sconfitta vanno ben al di là di questi aspetti, a nostro modesto avviso. L’assetto dell’anno scorso con il quale è stata conquistata la Champions infatti era imperniato su Cancelo regista laterale e Rafinha fra le linee, a smarcare i compagni ma anche a dettare i tempi di gioco con continui e sapienti arretramenti. Oggi invece non abbiamo visto nulla di tutto ciò. Anzi, l’Inter appare una squadra monotona, priva di cambi ritmo e di giocate filtranti. Nessun ha mai sbagliato l’imbucata per il preoccupante fatto che nessuno l’ha nemmeno mai cercata.
Nel secondo tempo Spalletti, con gli ingressi di Icardi e Politano, ha cercato di rianimare una squadra monocorde. Tentativo del tutto vano ai fini del risultato. Addirittura è stato l’interista Di Marco, in prestito ai ducali e autore di un’ottima prova, con un eurogol a regalare tre punti preziosi agli emiliani. Martedì c’è la Champions, l’avversario è di quelli tosti e l’Inter ci arriva nel modo peggiore.