Un paragone REALe, la Juve come i blancos grazie a…

La Juve ricorda il Real Madrid di Ronaldo

Non è escluso che, quando la Juve è partita all’assalto di Cristiano Ronaldo, abbia pensato, seppur inconsapevolmente, di replicare sistema, flussi di gioco, movimenti e mentalità del Real Madrid.

Dopo avergli strappato il portoghese, le similitudini si sono inevitabilmente moltiplicate. La Juve di oggi ricorda davvero il Madrid di Ronaldo, non quello di oggi di Lopetegui che sta cercando una via alternativa, con più gioco collettivo, faticando più di quanto immaginasse. Quello della Juve è invece un percorso alla «ricerca» di CR7 per duplicare il suo Real.

Il Real imbattibile con CR7 al comando

Quel Real era definito da un 4­3­1­2 offensivo che poteva trasformarsi in corsa in 4­3­3 in base alla posizione di Isco, la vera novità rispetto agli altri due anni di Zidane: il trequartista ha sostituito Bale, modificando il tridente e, con il suo possesso insistito, intendendosi bene con Modric e Kroos. Il Real sapeva sempre che cosa fare, la palla circolava veloce e il fraseggio tecnico si combinava con le incursioni devastanti del terzino­ ala Marcelo.

Davanti, poi, Benzema era il centravanti virtuale ma in realtà la spalla per Ronaldo: a lui le botte, il lavoro sporco, ilrientro in fase di non possesso sul play; al portoghese libertà di muoversi come e dove voleva, partendo da sinistra, facendo il 9, segnando sotto porta o da fuori. In una manovra non certo studiata come quella del City o del Napoli, ma affidata alla classe dei singoli ed equilibrata dal terzo stopper Casemiro. Non per questo meno spettacolare, ma più improvvisata, quasi «jazzata».

La nuova Juve a caccia dell’Europa con CR7

Quindi la Juve. Ci ha messo poco, Allegri, per individuare nel 4­3­1­2 il sistema migliore. Non l’unico, perché, diversamente dal Real, ha più soluzioni tecniche titolari (Douglas Costa, Bernardeschi, Khedira, Bentancur) e più varietà tattica (compresa la difesa a tre). Ma il 4­3­1­2 consente di esaltare Ronaldo con il «nuovo» Benzema, cioè Mandzukic, senza rinunciare aDybala, però in un ruolo diverso.

Presi a uno a uno, i doppioni sono tantissimi. In difesa Bonucci imposta di più, ma nessuno ha il senso del gol di Ramos. Sugli esterni, Cancelo a destra replica quello che fa Marcelo a sinistra: il quarto attaccante che affonda, crossa, entra in diagonale. E con Alex Sandro, più alto di Carvajal, si spinge. Passiamo all’attacco: CR7 ­Mandzukic come CR7­ Benzema. E Dybala il più possibile simile a Isco. Chiariamo: sono diversi.

Ma l’argentino, che anche l’anno scorso partiva dal mezzo destro (Allegri diceva «fa la mezzala»), sta imparando a fare il 10 puro: meno possesso orizzontale, più scatti da attaccante, possibilità di allargarsi nel 4­3­3. Un altro Isco non c’è.

Real vs Juve le differenze di notano a centrocampo

Più differenze in mezzo. Il Real aveva Casemiro «pivote», quasi terzo stopper molto geometrico, e affidava la manovra a due registi offensivi, Kroos a cucire ireparti e Modric play totale, a dettare azioni,ritmi,tempi.

La Juve per ora preferisce tenere più basso il «suo» Modric, cioè Pjanic. Non ha i muscoli di Casemiro, ma la corsa di Matuidi che protegge anche la fascia.Il Kroos di Allegri è uno tra Can e Khedira. Però nei progetti di Allegri potrebbe esserci Can arretrato davanti alla difesa, fisico e con piedi da regista,e Pjanic più avanti, alla Modric, per creare in zona gol. Quello che Dybala dà di più offensivo, rispetto a Isco, viene compensato da Matuidi, meno tecnico di Kroos. Questo 4­3­1­2 sarebbe molto, molto simile a quello Real.

La Juventus effettua manovre da veri madridisti

Anche la manovra si sta sviluppando secondo canoni madridisti. Merito della tecnica (Pjanic, Bonucci, Dybala, Ronaldo), della spinta degli esterni (Cancelo soprattutto), del 9 di fatica (Mandzukic) e di un flusso di gioco fatto di palleggio elegante, cambi di fascia, dominio territoriale, incroci rapidi: senza le geometrie, ma con più individualità.

Il possesso non è un totem, perché Ronaldo, Dybala e Cancelo si prestano a una manovra di contropiede che l’anno scorso è stata incisiva in poche occasioni. E perché la Juve sta imparando a colpire in superiorità e velocità mentre, rispetto al Real, fa più fatica contro difese schierate. Ma qui manca ancora un po’ il Ronaldo madridista

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