Buffon, l’intervista shock: dagli ultrà alla depressione

L’intervista shock di sky sport a Gigi Buffon da Parigi, nuova casa dell’ex portiere della Juventus. Tra canne, ultrà e depressione.

Si presenta a tutto tondo Gigi Buffon nell’intervista di sky sport dove l’ex portiere della Juventus racconta il suo passato da quando era un ultrà della Carrarese, al suo rifiuto delle droghe e anche alla depressione. L’ultimo un tema sempre più al centro dell’attenzione per quanto riguarda gli sportivi.

Un uomo senza paura del passato, che si racconta con tranquillità. Anche davanti alle accuse di aver remato contro Ventura nella sciagurata esperienza da CT dell’ex allenatore di Torino e Chievo.

La vita da ultrà di Gigi Buffon

“Incontravo gente di cui si parla tanto ma senza saperne nulla. Ragazzi normali, alcuni sognatori, altri interessanti, altri deficienti. Da tifoso della Cararrese, il nome del gruppo era Commando Ultrà Indian Tips, ce l’ho ancora stampato sui guanti. Dopo una partita diedi un passaggio a un tifoso del Parma, che però si dileguò ad un posto di blocco. Così rimasi solo io a confronto con la polizia. Fu uno slancio di solidarietà nei confronti di un amico che aveva sbagliato, ma oggi non commetterei più queste leggerezze.”.

Il suo commento, anche sui fatti di Milano. “Difficile contestualizzare quanto accaduto a Milano. L’odio è un vento osceno, da qualunque parte spiri. Non solo in uno stadio. Tuttavia sospetto fortemente che il calcio, in tutto questo, sia soltanto un pretesto.”.

Il rifiuto delle droghe

“La gioventù è stata anche l’età in cui covavo una sensazione di onnipotenza e invincibilità. Mi sentivo indistruttibile, sentivo che potevo eccedere e fare ciò che volevo. Una sana follia che mi tengo stretta, che mi ha portato a fare cazzate di cui ho assaporato il gusto: sono felice di non essermene scordata nemmeno una. Una cosa però non l’ho mai fatta, drogarmi o doparmi. I miei genitori me l’hanno subito insegnato, così quando a 17 anni capita che qualcuno ti mette una pasticca sulle labbra, sai come e perché dire di no.”

Nonostante tutto una piccola confessione: “Al massimo ho fatto un tiro di canna da ragazzo… ricordo ancora quella nuvola di fumo provocata da 200 canne fumate tutte assieme ai tifosi della Casertana. Sembra di vederla ancora adesso.”.

La depressione di Gigi Buffon

All’età di 25 anni il portiere, infatti: “Per qualche mese ogni cosa perse di senso. Mi sembrava che alle persone non interessasse Gigi, ma solo Buffon: il campione che incarnavo. È stato un momento davvero complicato, anche se avevo 25 anni e avevo successo e notorietà.”.

“Pochi minuti prima di una partita di campionato mi avvicinai al preparatore dei portieri, Bordon, e gli chiesi di far scaldare Chimenti. Gli dissi che non me la sentivo di giocare, perché avevo avuto un attacco di panico e non potevo sostenere la partita. Ne uscii condividendo quella nebbia con gli altri. Capii che quel momento era uno spartiacque e non dovevo avere paura di mostrare le mie debolezze, né di piangere.”.

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