L’ipocrisia dell’ennesimo caso targato Wanda Nara

La moglie e agente di Mauro Icardi, Wanda Nara, è l’ultima vittima dell’ipocrisia che circonda troppo spesso questo paese.

Il mondo è strano Beppe. L’ultimo mese l’abbiamo passato tutti a gridare contro “quegli arabi sessisti e medievali” perché nello stadio dove si giocherà la supercoppa tra Juventus e Milan le donne avranno un settore unico in cui poter andare senza essere accompagnate da un uomo. Un passo avanti per l’Arabia Saudita che, con notevole ritardo, inizia a garantire per legge dei diritti alla popolazione femminile mai nemmeno immaginati fino a una decina di anni fa. Fino a 10 anni fa una donna allo stadio da sola, per dire, non poteva andarci.

Noi in Italia siamo Civili, le donne le veneriamo e le proteggiamo. Allo stadio le donne possono andare da sole e dove vogliono, tranne… Tranne nelle prime dieci file, come ci hanno ricordato i nostri amici laziali. Le istituzioni, tutte, tacquero. E noi, italiani brava gente, ce ne siamo scordati. Non sono qui a fare retorica buonista, non tutti i tifosi della Lazio condividono il messaggio citato qui sopra, non tutti gli italiani sono sessisti. Però…

Lo strano caso di Wanda Nara

Le WAGs nel calcio sono sempre esistite ed esisteranno per sempre. Siamo anche abituati a vedere donne nello sport con ruoli sempre più rilevanti: la moglie di Roger Federer è anche la sua manager, Lewis Hamilton si affida completamente alla sua manager (ormai sempre presente nel paddock da diversi anni), l’ex massaggiatrice del Chelsea e sempre più assistenti degli arbitri in tutte le categorie. Per qualche strano motivo, però, Wanda Nara non va bene a nessuno. Sotto ogni notizia in cui la moglie e agente di Mauro Icardi viene citata è sempre presente un buon numero di commenti disgustosi.

Schiere di anti-arabi “perché le donne vanno rispettate” che la insultano nel modo più banale e sessista che esista: puttana; per non parlare degli originalissimi prefissi aggiunti al cognome Nara… Tutto ciò a una professionista esemplare che negli anni ha gestito la carriera di Maurito con la stessa cura e, perché no un po’ di furbizia, che Mino Raiola e Jorge Mendes utilizzano da anni per i propri assistiti. La cara Wanda, però, non vi va proprio a genio. “Lei deve farsi i fatti suoi” quando il suo assistito, capocannoniere in carica del campionato, è il decimo ingaggio della Serie A.

Raiola e Mendes non si sono mai fatti scrupoli a spostare i giocatori per riempire i portafogli di entrambi ma lei oltre a essere una moglie e un’agente è anche una mamma, prende decisioni che incidono su più di due persone e una società. Le richieste di Wanda Nara sono comprensibili, considerando il valore di Icardi all’interno del campionato, e la sua professionalità è indiscutibile: ma d’altronde ci sbracciamo per i diritti delle donne in Arabia Saudita quando qui da noi siamo pieni di esempi di donne aggredite tanto fisicamente quando verbalmente.

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